Tra pochi giorni in tutto il modo cristiano e cattolico si celebrerà quello che è il cuore stesso della fede religiosa: la passione, la morte e la resurrezione di Gesù morto in croce.
Ma perché Gesù è morto in croce?
Bisogna innanzitutto considerare il quadro politico nel quale si trovava la Palestina ai tempi di Gesù.
La situazione politica della Palestina i tempi di Gesù
Forse in pochi sanno che la Terra di Israele nel 63 a.C. venne conquistata dall‘impero romano sotto la guida di Pompeo entrando così a far parte dei territori dell’impero romano sotto forma di colonia.
Nel 40 a.C. Erode ricevette dal senato romano la nomina a re della Giudea (morì il 4 a.C) e alla sua morte lasciò il regno ai suoi tre figli: Archelao, venne nominato re mentre gli altri due Antipa e Filippo ebbero il titolo di tetrarchi.
Ovviamente l’impero romano aveva degli uomini di fiducia dislocati per tutti la Giudea: si trattava di prefetti e procuratori i quali dovevano governare per conto dell’impero romano e ai quali spettava il potere civile, militare e giudiziario.
In realtà il potere giudiziario era tenuto dal Sinedrio – dal greco sinedeion, “assemblea” – che era il sommo consiglio ebraico composto da 71 membri scelti tra i vari gruppi sociali: sadducei, scribi e anziani con a capo un’autorità suprema che era il sommo sacerdote.
Era il Sinedrio che regolava e legiferava sulla vita religiosa, giuridica ed economica degli ebrei. Il suo potere era così assoluto che aveva anche la facoltà di emettere sentenze di morte, che tuttavia dovevano essere sottoposte al consenso dei romani.
Perché veniva praticata la crocifissione
Ora, la pena di morte per eccellenza che veniva compiuta all’epoca dall’impero romano e quindi applicata in tutti i suoi territori, consisteva nella crocifissione.
La pena della crocifissione era così cruente, umiliante e terrificante che veniva praticata solo per i non cittadini romani principalmente per schiavi, stranieri e oppositori dell’impero romano ed era preceduta da una pratica ancora più cruenta quale quella della flagellazione.
Il nome di crocifissione deriva dallo “strumento” che si utilizzava per la tortura: una struttura a croce formata da due pali (uno orizzontale e l’altro verticale) che si intersecavano tra loro. Il palo verticale detto stipes, era di solito già piantato sul luogo dove avveniva il tremendo supplizio, mentre il condannato si recava sul luogo dell’esecuzione portando sulle sue spalle il parlo orizzontale chiamato in latino patibulum (patibolo) al quale sarebbe poi stato crocifisso.
Il patibulum aveva, a metà della sua lunghezza un foro con il quale veniva infisso sullo stipes. Inoltre il patibulum veniva legato alle braccia del condannato, di modo che se durante il tragitto fosse caduto la trave sopra di lui avrebbe anche potuto schiacciarlo.
Una volta giunto poi sul luogo della crocifissione, il condannato veniva issato sulla croce, il foro si incastrava sul palo verticale e per far sorreggere il corpo braccia e gambe venino inchiodati al legno, mentre sotto i piedi veniva posto un piccolo supporto per i piedi.
Le pene per il condannato non erano ancora finite dato che la morte non era immediata ma poteva sopraggiungere anche a distanza di qualche giorno. Quando finalmente giungeva la morte, era causata o per via di un collasso cardiocircolatorio (dovuto anche all’ipovolemia causata dalla perdita di sangue e di liquidi) o asfissia dovuta alla compressione del costato. Infatti, per respirare il condannato doveva fare leva sulle gambe; quando, per la stanchezza, o per il freddo, o per il dissanguamento, il condannato non riusciva più a reggersi sulle gambe, restava penzoloni sulle braccia, sopraggiungendo pertanto difficoltà respiratorie e quindi la morte.
Dal momento che gli esecutori di tale supplizio conoscevano bene come sopraggiungesse la morte, per accelerare il processo rompevano le gambe del condannato con un bastone, di modo che il soffocamento giungesse prima.
Perché Gesù venne crocifisso
Questa era quindi la situazione nella quale si trovava la Palestina quando Gesù di Nazareth iniziò a predicare l’avvento del regno di Dio e che Lui in quanto Figlio di Dio, era stato mandato in questo mondo per potare e fare conoscere il Padre al mondo.
Gli insegnamenti di Gesù basati su: povertà, umiltà, amore per il prossimo, conversione del cuore e uguaglianza tra le persone, se da un lato riscuotevano grande consenso tra le persone non solo umili e povere, ma anche tra quei ricchi che avevano spesso anche vessato la propria gente e volevano convertirsi; dall’altro invece avevano suscitato scalpore e timore di perdere il controllo sulla popolazione da parte di coloro che componevano il Sinedrio: sacerdoti, scribi, sadduccei e sommo sacerdote.
La parola di Gesù infatti non era “comoda” ma scomoda per tutte queste persone che avrebbero dovuto lasciare quindi la loro vita fatta di privilegi, agio e potere e abbassarsi al livello del popolo e diventare tutt’uno con loro.
Dato il crescente consenso tra il popolo del messaggio di Gesù che veniva accolto anche come Messia e Salvatore, i capi dei sacerdoti e gli scribi decisero che era giunto il momento di riprendere in mano le redini del potere sul popolo e decisero così che avrebbero fatto di tutto pur di eliminare Gesù.
Notizie circa gli avvenimenti relativi al modo in cui il Sinedrio riuscì a far catturare, processare e condurre a morte Gesù vengono dalla Bibbia e in particolare dai Vangeli.
Riportiamo pertanto la versione dell’evangelista Marco che descrive dettagliatamente gli ultimi istanti della vita di Gesù
Passione e resurrezione di Gesù secondo l’evangelista Marco (Mc 14, 1- 15, 48)
“Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. [2]Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo».
L’unzione a Betania
[3]Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo. [4]Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? [5]Si poteva benissimo vendere quest’olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
[6]Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un’opera buona; [7]i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. [8]Essa ha fatto ciò ch’era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. [9]In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto».
Il tradimento di Giuda
[10]Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù. [11]Quelli all’udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l’occasione opportuna per consegnarlo.
Preparativi del pasto pasquale
[12]Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?». [13]Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo [14]e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? [15]Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi». [16]I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
Annunzio del tradimento di Giuda
[17]Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. [18]Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: «In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». [19]Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro: «Sono forse io?». [20]Ed egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. [21]Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo è tradito! Bene per quell’uomo se non fosse mai nato!».
Istituzione dell’Eucaristia
[22]Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». [23]Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. [24]E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. [25]In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».
Predizione del rinnegamento di Pietro
[26]E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. [27]Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:
Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
[28]Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». [29]Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò». [30]Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte». [31]Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.
Al Getsemani
[32]Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». [33]Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. [34]Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». [35]Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. [36]E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». [37]Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un’ora sola? [38]Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». [39]Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. [40]Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
[41]Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. [42]Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
L’arresto di Gesù
[43]E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. [44]Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». [45]Allora gli si accostò dicendo: «Rabbì» e lo baciò. [46]Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. [47]Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio. [48]Allora Gesù disse loro: «Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. [49]Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!».
[50]Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. [51]Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. [52]Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.
Gesù davanti al sinedrio
[53]Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. [54]Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. [55]Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. [56]Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. [57]Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: [58]«Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo». [59]Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. [60]Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». [61]Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». [62]Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
[63]Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? [64]Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
[65]Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: «Indovina». I servi intanto lo percuotevano.
Rinnegamenti di Pietro
[66]Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote [67]e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». [68]Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. [69]E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli». [70]Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo». [71]Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo che voi dite». [72]Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.
Gesù davanti a Pilato
[1]Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. [2]Allora Pilato prese a interrogarlo: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». [3]I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. [4]Pilato lo interrogò di nuovo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». [5]Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato.
[6]Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. [7]Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio. [8]La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva. [9]Allora Pilato rispose loro: «Volete che vi rilasci il re dei Giudei?». [10]Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. [11]Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. [12]Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». [13]Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». [14]Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». [15]E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
La corona di spine
[16]Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. [17]Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. [18]Cominciarono poi a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». [19]E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. [20]Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
La via della croce
[21]Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. [22]Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, [23]e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
La crocifissione
[24]Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. [25]Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. [26]E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. [27]Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. [28].
Gesù in croce deriso e oltraggiato
[29]I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, [30]salva te stesso scendendo dalla croce!». [31]Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! [32]Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
La morte di Gesù
[33]Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. [34]Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? [35]Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». [36]Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». [37]Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
[38]Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso.
[39]Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!».
Le pie donne sul Calvario
[40]C’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, [41]che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
La sepoltura
[42]Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, [43]Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. [44]Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. [45]Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. [46]Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. [47]Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.”
Quindi, la morte di Gesù avvenne secondo la macabra esecuzione della crocifissione in quanto era la pratica che veniva adoperata all’epoca. Una pratica atroce e non priva di indicibili sofferenze al limite della sopportazione umana, è per questo motivo che in Occidente, all’inizio del IV secolo d. C., l’Imperatore Costantino il Grande vietò ai tribunali pubblici di condannare alla crocifissione.
Tuttavia questa pratica durò molto più a lungo in Oriente e in altri Paesi; non a caso vi sono racconti dettagliati di crocifissioni ancora nel IX secolo.