La festa dei lavoratori del 1° maggio nasce dal desiderio di commemorare una strage di lavoratori avvenuta durante una manifestazione di protesta negli Stati Uniti, organizzata al fine di riconoscere e promuovere il diritto a condizioni lavorative ritenute più idonee e adeguate.
La condizione dei lavoratori, infatti, non è sempre stata rosea come adesso. Al giorno d’oggi sono dati per scontati una serie di diritti a chi lavora.
Alla fine dell’ ‘800, invece, era molto forte il sentimento di sfruttamento che aleggiava tra i lavoratori. Tra le questioni più sentite vi era l’inaccettabile durata della giornata lavorativa: si poteva arrivare fino alle 16 ore consecutive di lavoro quotidiano! Dalla lontana Australia partirono le prime rimostranze sull’argomento: fu lì che si iniziò a invitare i datori di lavoro a rispettare la ripartizione della giornata lavorativa secondo motto utilizzato; “8 hours for work, 8 hours for sleep, 8 hours for what we will” (8 ore per lavorare, 8 ore per dormire e 8 ore per fare quello che vogliamo).
Questa esigenza scoppiò con ancora più forza negli USA, dove si trasformò in un movimento operaio molto sentito. Furono diverse le manifestazioni di protesta promosse da una delle primissime organizzazioni sindacali di lavoratori, quella dei Knights of Labor, i Cavalieri del lavoro; tutte ebbero grande seguito. Di fronte alle proteste dei lavoratori, il governo dell’Illinois approvò una legge che prevedeva 8 ore lavorative quotidiane, ma lo fece introducendo anche tantissime limitazioni, così da impedirne in sostanza l’effettiva applicabilità della normativa. La legge sarebbe dovuta entrare in vigore il 1 maggio 1867. Quel giorno i lavoratori, sentitisi presi in giro, organizzarono un enorme corteo di protesta.
Negli anni subito successivi la situazione non cambiò, fino a quando la federazione che riuniva le varie organizzazioni sindacali, stabilì che a partire dal 1° maggio 1886, tutti i lavoratori americani, autoritativamente, non avrebbero più lavorato oltre le 8 ore. Quel giorno si susseguirono scioperi in circa dodicimila fabbriche americane. E ulteriori proteste caratterizzarono anche i giorni successivi: quelle più intense ci furono a Chicago, dove manifestanti e polizia trasformarono le proteste in guerriglia urbana, e si raggiunse l’apice dello scontro quando le forze dell’ordine spararono sulla folla, provocando diversi morti e moltissimi feriti, durante quello che si ricorda come il massacro di Haymarket. Ed ecco perché si festeggia il 1° maggio: in quel periodo il presidente statunitense era Grover Cleveland e fu sua l’iniziativa di scegliere il 1° maggio come festa dei lavoratori, proprio per commemorare uno degli episodi più tristi della storia americana.
Perché si festeggia il 1° maggio in Europa?
Per il resto d’Europa, la festa dei lavoratori del 1° maggio fu introdotta a Parigi nel 1889 durante il congresso della Seconda Internazionale, cioè l’organizzazione che riuniva i partiti socialisti e laburisti europei. La data fu scelta in commemorazione dei fatti americani di qualche anno prima. Fu stabilito che l’anno successivo, in quella stessa data, ci sarebbero state manifestazioni dei lavoratori organizzate e coordinate contemporaneamente in tutta Europa. E così fu: l’iniziativa riscosse un successo tale, da confermarla per l’anno successivo, e poi per tutti gli anni a venire. Col tempo, poi, una volta raggiunto l’obiettivo tanto agognato del limite massimo delle 8 ore lavorative, la battaglia del movimento dei lavoratori si allargò fino a ricomprendere il riconoscimento e la tutela di altri diritti, primo su tutti il diritto allo sciopero.
La festa del 1° maggio in Italia
In Italia la prima manifestazione in onore della festa dei lavoratori del 1° maggio risale al 1891, un anno più tardi rispetto al resto d’Europa, perché l’allora governo Crispi cercò di stroncare sul nascere l’iniziativa. Ovviamente non ci riuscì. Durante il fascismo, poi, ci fu una parentesi durante la quale la festa del 1° maggio fu soppressa e sostituita con la celebrazione del Natale di Roma del 21 aprile. L’Italia dovrà aspettare, poi, la liberazione nel 1945 per poter festeggiare nuovamente questa festa.
A partire dal 1990, i maggiori sindacati italiani (CGIL, CISL e UIL) organizzano in occasione della festa dei lavoratori il “concertone del 1° maggio” a Roma. Si tratta di una vera e propria maratona musicale, in cui su un palco allestito a Piazza San Giovanni in Laterano, si alternano artisti del panorama artistico nazionale e internazionale, a partire dalla prime ore del pomeriggio e fino a notte fonda, richiamando migliaia e migliaia di spettatori da tutta italia.